Auto-palpazione del seno

Auto-palpazione del seno: osservazione del seno, palpazione, spremitura del capezzolo, esame dell’areola.

Webinair, 21 luglio 2020

Spalla dolorosa nella donna operata al seno

NASCE LA PIATTAFORMA DEDICATA AI SOCI AIFI: INFORMARSI, CONFRONTARSI, CONOSCERSI E CRESCERE ASSIEME.


Quando: venerdì 21 luglio dalle ore 21.00 alle 23.00

Dove: Webinair

Accreditato per: Medico, Fisioterapista, Infermiere, Psicologo, Ostetrica e Tecnico Sanitario di Radiologia Medica.

Fisioterapia e tumore ovarico #WOCD2020

WOCD2020

L’8 maggio è la Giornata Mondiale sul tumore ovarico, dedicata soprattutto all’informazione perché questo tumore femminile è molto poco conosciuto rispetto ad altri.

Si stima che nel mondo ogni anno 295mila donne ricevano una diagnosi di tumore dell’ovaio760mila convivano con la malattia e per 184mila ogni anno è causa di morte.

In Italia i numeri raccontano una realtà fatta di 50mila pazienti5.200 nuove diagnosi all’anno e, negli stadi avanzati, un indice di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi che non supera il 40%, contro l’80% di sopravvivenza a 5 anni per le donne operate al seno.

Il tumore all’ovaio è il sesto tipo di tumore più diffuso tra le donne ed è una malattia subdola, perché colpisce silenziosamente ed è difficile da riconoscere: gonfiore addominale, difficoltà digestive, dolori addominali e pelvici, problemi urinari (come incontinenza da urgenza), diarrea o stitichezza, sono tra i sintomi più diffusi, ma vengono spesso attribuiti ad altre cause.

La diagnosi spesso non arriva precocemente; dopo la chirurgia e la chemioterapia sono varie le problematiche di interesse fisioterapico che possono residuare a seconda dell’invasività dell’intervento.

È utile lavorare con un fisioterapista specializzato in riabilitazione oncologica per migliorare la qualità di vita delle pazienti e contenere gli effetti delle terapie:

  • linfedema dell’arto inferiore, del pube e/o genitali: la possibilità di sviluppare linfedema di una gamba è importante (40% circa dei casi);
  • aderenze cicatriziali (sensazione di tirare lungo la cicatrice, alterazioni posturali);
  • problematiche del pavimento pelvico (incontinenza, dolore pelvico cronico);
  • neuropatie sensitive da chemioterapici.

 

 

 

Tutore elastico: consigli utili!

Esistono molti modelli di indumenti compressivi; il tipo di indumento scelto, ed il livello di compressione prescritto per i pazienti dipendono da molti fattori tra cui la sede, l’estensione, la distribuzione e la gravità dell’edema, la capacità del paziente di gestire e di tollerare la compressione e le preferenze del paziente stesso. Affinchè il regime terapeutico prescelto abbia successo, e per favorire la compliance del paziente, l’indumento deve essere comodo ed accettabile (Lymphoedema Framework, 2006).

La tensione applicata da un indumento compressivo dipende dal tipo di filato utilizzato per la sua realizzazione e dalla tecnica di lavorazione a maglia prescelta per produrre il tessuto. Il tessuto utilizzato per la realizzazione degli indumenti compressivi è prodotto lavorando insieme a maglia due tipi di filo:

• trama, che determina la compressione da parte del tessuto;

• maglia di fondo, che determina lo spessore e la rigidità del tessuto lavorato.

 

Entrambi i tipi di filo sono prodotti avvolgendo un filamento di poliammide o di cotone intorno a un filamento centrale elastico quale il lattice o la Lycra. Il rivestimento esterno può essere regolato in modo da potere variare l’estensibilità e la forza del filo. Livelli maggiori di compressione si ottengono principalmente aumentando lo spessore del filamento elastico centrale della trama.

La lavorazione a maglia piana o piatta e quella a maglia circolare o tubolare rappresentano le due tecniche principali per la realizzazione di indumenti compressivi per i pazienti con linfedema e lipedema. Entrambe le tecniche influiscono sulle proprietà del prodotto finito e in particolare sul livello di compressione che esso sarà in grado di applicare, sullo spessore del tessuto, sul comfort e sulla sua accettabilità estetica. Per realizzare gli indumenti standard e quelli su misura si utilizzano sia la lavorazione a maglia piana sia quella a maglia circolare. Tuttavia, gli indumenti su misura sono più spesso realizzati con la tecnologia a maglia piana, poiché questa si può adattare a un’ampia varietà di alterazioni anatomiche. In generale, gli indumenti realizzati con maglia circolare e pronti all’uso sono adatti solamente ai casi in cui non vi sia una deformazione dell’arto, o laddove questa sia minima, poiché, altrimenti, può essere difficile ottenere una buona vestibilità. (Maestri, Mastrullo; Riabilitazione integrata della donna operata al seno; Edra, 2018).

Gli indumenti compressivi sono indicati per la gestione a lungo termine del linfedema e del lipedema dopo un periodo di terapia intensiva, grazie alla loro compressione i tutori elastici consentono all’arto di mantenere nel tempo il volume ottenuto con i bendaggi compressivi multicomponenete. Il tutore va indossato al mattino e rimosso alla sera prima di andare a letto; per mantenere la sua efficacia è utile seguire alcuni consigli per la sua manutenzione:

  • lavare a mano ogni giorno in acqua fredda con detergenti neutri-delicati
  • non usare candeggina e ammorbidenti che danneggiano le fibre elastiche del tutore
  • asciugare lontano da fonti di calore
  • sostituire il tutore dopo circa6 mesi (ma dipende sempre dallo stato di usura)
  • non usare creme per la cute sotto il tutore
  • esistono ausili per poter indossare al meglio il tutore e con facilità, chiedi al tuo fisioterapista per poter avere suggerimenti e indicazioni specifiche.

Meccanismo d’azione degli indumenti compressivi:

gli indumenti compressivi sono utilizzati per la profilassi, il trattamento e la gestione a lungo termine del linfedema e lipedema e possono agire:

  • Aumentando la pressione interstiziale
  • Migliorando il drenaggio del liquido dai tessuti
  • Stimolando le contrazioni linfatiche
  • Degradando il tessuto fibrosclerotico.

 

Presa misure per il tutore:

  • Meglio eseguirla dopo un ciclo di fisioterapia decongestiva complessa, se possibile appena tolto il bendaggio;
  • Affidarsi a tecnici ortopedici esperti del settore per le misure, se possibile in presenza del fisioterapista che può suggerire piccole variazioni e personalizzazioni;
  • La consegna e la prova vanno fatte dal Tecnico, il collaudo dal medico ma anche il fisioterapista può verificare l’adeguatezza del tutore consegnato.

Padova 11-12 settembre 2020

Fisioterapia nella donna operata al seno: valutazione post-operatoria e trattamento delle complicanze – PADOVA
Corso di formazione per fisioterapisti

Fisioterapia dopo dissezione ascellare dei linfonodi

Dopo l’intervento di dissezione ascellare dei linfonodi possono permanere dei disturbi al braccio e al cavo ascellare, come pesantezza del braccio, formicolii, sensazione di gonfiore, sensazione di avere un cuscinetto sotto l’ascella, rigidità e dolore durante i movimenti della spalla.