Tessuto adiposo: quanto lo conosciamo?

GLI ADIPOCITI

Gli adipociti sono le cellule che costituiscono l’organo adiposo, distribuito nell'intero organismo. Ciascuno ha il suo grasso corporeo perché ha il suo DNA, unico e diverso da tutti. Allo stesso modo, ogni persona ha i suoi adipociti. Un nuovo adipocita vive per circa otto anni. È infatti questa la vita media di un adipocita all'interno del corpo umano, senza alcuna distinzione tra sesso o età. Essi nascono dalle cellule staminali e ciascuno di loro è unico, poiché non darà origine ad alcun altro adipocita. Dopo i neuroni del sistema nervoso, gli adipociti sono le cellule più longeve dell'organismo.
Il ruolo biologico che svolgono è vitale.
Devono infatti:
  • fornire e gestire l'energia biochimica utilizzata da tutte le cellule corporee;
  • fornire gli acidi grassi per la formazione delle membrane dei miliardi di cellule del corpo umano.
 
Dal metabolismo degli adipociti dipendono la salute metabolica, la salute immunitaria e le principali patologie metaboliche, quali: diabete mellito di tipo 2, sindrome metabolica, tumori, aterosclerosi, decadimento cognitivo-cerebrale.
Il grasso, non è tutto uguale. Le più importanti conoscenze di cui oggi disponiamo sul tessuto adiposo riguardano il suo ruolo: lungi dall'essere inerte, il tessuto grasso bianco è metabolicamente attivo, poiché è un organo secretorio, ma soprattutto un vero e proprio organo endocrino, capace di produrre diversi ormoni.

L'ORGANO ADIPOSO

Le conoscenze sui principi strutturali e funzionali del tessuto adiposo hanno subito notevoli evoluzioni negli ultimi dieci anni, fino ad arrivare all'odierna concezione dell'organo adiposo. La ricerca scientifica più attuale ha focalizzato l'attenzione sui diversi tipi di adipociti, distribuiti nelle diverse sedi anatomiche che, nel loro insieme, vanno a costituire l’organo adiposo.
Tessuto adiposo
Tratto da: “Un corpo nuovo”, Pier Luigi Rossi
Ce ne sono quattro diversi tipi:
  • adipociti bianchi;
  • adipociti bruni;
  • adipociti beige;
  • adipociti rosa.
Il colore degli adipociti è stato scelto per la loro classificazione ed è generato dalla presenza (o assenza) di mitocondri, strutture cellulari con una forma allungata ovoidale, deputate all'ossidazione degli acidi grassi alimentari. 

Il tessuto adiposo bianco

Gli adipociti bianchi (WAT: White Adipose Tissue) sono le cellule principali del tessuto adiposo bianco e sono localizzati nel tessuto sottocutaneo e nella zona addominale-viscerale. Hanno l'assoluta dominanza, come massa, sugli adipociti bruni, che rappresentano meno di 100 g in tutto l'organismo, e sugli adipociti beige e rosa.Gli adipociti bianchi svolgono l’importante funzione 'immagazzinare il grasso come riserva di energia. Disegnano la nostra immagine, quella che vediamo riflessa allo specchio detta fat line. Quando aumentano di numero e di volume esprimono l'accumulo di massa grassa e il peso corporeo di una persona. L'obesità è generata dall’eccessivo stoccaggio di grassi all'interno degli adipociti bianchi.
Il suo vero colore è giallo poiché contiene quantità importanti di caroteni introdotti con l’alimentazione giornaliera.
Il nome “bianco” deriva dalla scarsa presenza di mitocondri al suo interno.
 
Il processo di accumulo di trigliceridi negli adipociti si chiama lipogenesi. La fase di carico fa aumentare il volume degli adipociti bianchi con incremento di massa grassa. Consiste nell'ingresso del glucosio e degli acidi grassi all'interno dell'adipocita bianco. La lipolisi è il processo di riduzione dell’adipocita, consiste nell'uscita degli acidi grassi dall'adipocita bianco attraverso la scissione dei trigliceridi in glicerolo e in acidi grassi liberi che entrano nel sistema linfatico, uniti all'albumina, per essere trasferiti a tutte le cellule del corpo umano. Gli adipociti beige, presenti nel tessuto adiposo bianco, assicurano la temperatura adeguata a mantenere allo stato liquido i trigliceridi accumulati all’interno degli adipociti bianchi.
Se i trigliceridi non vengono utilizzati dall’organismo, rimangono all’interno degli adipociti condizionandone il volume e generando ipertrofia del tessuto adiposo (accumulo di grasso).
 
Il drenaggio metabolico è la fase di allontanamento degli acidi grassi usciti dagli adipociti bianchi, grazie al sistema linfatico. Quest’ultimo drena dalla sede adiposa l'acqua, acidi grassi, le proteine, le vitamine liposolubili (D, A, K, E) e altre molecole presenti nel microambiente adiposo. Si può dimagrire solo attraverso un efficace sistema linfatico. Le molecole lipidiche, unite alla proteina albumina, non possono entrare nei pori dei capillari venosi perché hanno un volume elevato, Pertanto gli acidi grassi possono lasciare la massa adiposa per essere rimossi solo attraverso un valido sistema linfatico!

Cosa succede quando si accumula troppo grasso?  

tessuto adiposo
Tratto da: “Un corpo nuovo”, Pier Luigi Rossi

Il progressivo deposito di trigliceridi all’interno degli adipociti bianchi fa si che questi espandano il loro volume da 60-70 micron fino a 200 micron, oltre queste dimensioni si ha rischio di morte della cellula adiposa. L’eccessivo volume della cellula adiposa riduce la presenza di ossigeno al suo stesso interno, scatenando reazioni chimiche che cambiano la sintesi di proteine da parte degli adipociti ipertrofici.

Vengono prodotte le citochine, proreine infiammatorie che si diffondono nel microambiente adiposo, compare e si diffonde cosi l'infiammazione nel tessuto adiposo bianco. Lo stato infiammatorio richiama cellule immunitarie, come i macrofagi, che contribuiscono a diffondere 'infiammazione nel grasso corporeo. Si blocca l'adipogenesi, cioè la formazione di nuovi adipociti. Le citochine infiammatorie agiscono sulle cellule staminali, bloccando la loro trasformazione in nuovi adipociti bianchi. Non si ha più un sano e naturale turnover tra adipociti vecchi e nuovi. Mancando questi ultimi, l'arrivo continuo di acidi grassi alimentari causa un ulteriore aumento del volume degli adipociti bianchi. Si ha ipertrofia senza iperplasia. Si instaura una grave condizione patologica, l'obesità, che compromette l'intero organismo. Scatta lo stato di insulino-resistenza, ovvero l'insulina è presente ma non può esercitare la sua naturale funzione. La glicemia nel sangue aumenta con possibile sviluppo del diabete mellito di tipo 2. Si può registrare anche un netto aumento della pressione arteriosa e una variazione del valore del colesterolo e dei trigliceridi nel sangue. Compare la sindrome metabolica e il decadimento cognitivo-cerebrale, poiché le citochine adipocitarie infiammatorie vengono trasferite al cervello e ai neuroni distribuiti sull'intero organismo, alterandone la funzionalità.
Il processo di invecchiamento corporeo, funzionale ed estetico, è un processo infiammatorio sistemico, causato dagli adipociti bianchi. L'eccesso di grasso corporeo infiammato può determinare il processo di invecchiamento, compromettendo il sistema immunitario.

Ossigeno e adipociti

L'ipertrofia adipocitaria genera ostruzione dei capillari, con riduzione della perfusione dell'ossigeno, Si può avere, quindi carenza di ossigeno, ipossia e ischemia dei singoli adipocit bianchi, sia quelli ipertrofici che i restanti non ipertrofici. Negli adipociti bianchi l’ipertrofia danneggia il microcircolo, la rete vascolare dell'intero organo adiposo, creando condizioni di ostruzione e costrizione con danno endoteliale dei capillari presenti nel tessuto adiposo bianco. La carenza di ossigeno negli adipociti bianchi genera condizioni Infiammatorie croniche e difficoltà nel dimagrimento.

Il grasso sano (grasso beige e grasso bruno)

Gli adipociti beige sono localizzati prevalentemente nel tessuto adiposo bianco sottocutaneo, il colore è dato dal numero di mitocondri superiore a quello degli adipociti bianchi.
Gli adipociti beige possono avere un ruolo vivace nel ridurre
l'eccesso di grasso accumulato all'interno degli adipociti bianchi. L'obesità è, infatti, generata dall'eccessivo stoccaggio di grassi all'interno degli adipociti bianchi. Una maggiore presenza di adipociti beige contribuisce a 'svuotare' gli adipociti bianchi con ottimi vantaggi sulla riduzione del peso corporeo, sulla terapia del diabere mellito di tipo 2 e altre patologie degenerative. La comparsa di adipociti beige nel tessuto adiposo bianco, denominato "imbrunimento", è soprattutto sotto il controllo della noradrenalina, guidata dal sistema nervoso autonomo. L'attività motoria, l'esposizione al freddo, nonché alcuni nutrienti favoriscono, seppur in modo diverso tra loro, la comparsa degli adipociti beige che, col passare degli anni, riducono la loro formazione.
Le cinque azioni che trasformano gli adipociti bianchi in beige:
  • rendere attiva la noradrenalina sulle cellule staminali nel tessuto adiposo bianco, riducendo lo stato infiammatorio nel tessuto adiposo bianco sottocutaneo, con conseguente riduzione del diametro degli adipociti bianchi;
  • stimolare l'attività motoria aerobica e di resistenza;
  • ridurre l'entrata alimentare di acido arachidonico e omega 6 che, se in eccesso, limitano la presenza di adipociti beige. Ridurre inoltre gli acidi grassi saturi a catena lunga (palmitico, stearico, miristico);
  • introdurre una dose adeguata di caroteni e acido retinoico attraverso alimenti vegetali di colore dal giallo al rosso, meglio se cotti. La cottura, infatti, favorisce l'assorbimento intestinale dei carotenoidi. Introdurre una generosa dose giornaliera di acidi grassi omega 3;
  • vivere all'aria aperta, al sole, per ottenere due effetti preziosi: aumentare la vitamina D all'interno degli adipociti e attivare la termogenesi per contrastare il clima freddo.
Gli adipociti bruni (BAT: Brown Adipose Tissue) sono utili per produrre calore metabolico per garantire una temperatura corporea costante di 36°C al variare delle condizioni climatiche esterne al corpo, realizzando così la termogenesi.
Il 60% dell'energia giornaliera consumata da un organismo serve per generare temperatura corporea. Questa si ottiene dalla sola ossidazione degli acidi grassi saturi all'interno degli adipociti bruni. Buona parte di ciò che mangiamo ogni giorno, quindi, viene utilizzato per avere un corpo ‘caldo’. Una temperatura al di sotto dei 36°C, ad esempio di 35°C o ancora più bassa, accompagnata da una costante sensazione di freddo, indica che la termogenesi è compromessa. In questo caso bisogna fare attenzione poiché può esprimere anche un’alterata funzionalità della tiroide.
Gli adipociti bruni intervengono nel metabolismo contribuendo a ridurre nel sangue i livelli di glucosio, trigliceridi, acidi grassi liberi ed emoglobina glicata; agiscono come un “serbatoio” per il glucosio in eccesso nel sangue e lo smaltimento degli acidi grassi liberati dagli adipociti bianchi.
Per proteggere e favorire l’attività di queste cellule è importante un’attività fisica quotidiana che agisce direttamente sulla fisiologia del tessuto adiposo, riducendo quello bianco a favore degli adipociti beige e bruni, e un’adeguata alimentazione.

 

Sedi anatomiche del grasso

Il grasso corporeo si divide in:
  • grasso dermico;
  • grasso sottocutaneo superficiale e profondo;
  • grasso viscerale (omento, mesentere, perirenale, grasso epicardico, grasso perivascolare);
  • grasso ectopico (fegato, pancreas, muscolo, midollo osseo…)
  • grasso bruno
Il grasso dermico è uno strato adiposo differenziato dal tessuto adiposo sottocutaneo. I peli, i capelli, la riparazione
delle ferite e la termoregolazione sono gestiti dagli adipociti dermici. Il grasso dermico è particolarmente sensibile agli ormoni sessuali. Quelli femminili, gli estrogeni, incrementano i capelli e riducono i peli. Il testosterone, invece, aumenta i peli e fa regredire i capelli. Ogni variazione degli adipociti dermici si evidenzia in una perdita di capelli e in una variazione di peli sulla superficie cutanea.
Altra importante funzione degli dipociti dermici è la capacità di produrre vitamina D, sotto azione del sole. Ma una prolungata esposizione ai raggi solari fa regredire lo spessore del grasso dermico predisponendo all'invecchiamento cutaneo.
Il grasso sottocutaneo è di particolare interesse fisioterapico, per chi si occupa di lipedema e patologie del tessuto connettivo/adiposo.
Rappresenta I' 80% dell’intera massa grassa corporea. Costruisce la nostra immagine estetica, la fat line, la nostra salute metabolica. La sua distribuzione anatomica varia negli anni ed è sotto l'influenza degli ormoni sessuali. Il grasso sottocutaneo nella donna in età fertile, grazie alla presenza di estrogeni, si distribuisce a livello di fianchi, glutei e cosce, In menopausa, con l'assenza degli estrogeni ovarici, il grasso passa nella parte superiore del corpo e si localizza su addome, tronco, seno e braccia. L'uomo, invece, accumula il grasso sottocutaneo nell'addome ad ogni età.
Il tessuto adiposo sottocutaneo è composto da due strati:
  • strato superficiale (sSAT: superficial Subcutaneous Adipose Tissue);
  • strato profondo (dSAT; deep Subcutaneous Adipose Tissue)
I due sono separati tra loro dalla fascia di Scarpa.
Tra i due strati adiposi, però, la stessa struttura istologica è diversa. Lo sSAT è organizzato con adipociti compatti, orientati perpendicolarmente alla pelle, mentre lo dSAT contiene adipociti più numerosi, meno organizzati e ampiamente distanziati tra loro. Il tessuto adiposo sottocutaneo superficiale e profondo dell'addome è il deposito della vitamina D nel corpo umano. Per vivere in salute e a lungo occorre che il tessuto adiposo sottocutaneo superficiale sia sempre dominante sul grasso sottocutaneo profondo. Lo spessore di questi due strati è diverso nelle varie sedi anatomiche dell'organismo. Inoltre, la distribuzione del grasso nei due strati si modifica con l’età; con il passare degli anni, e soprattutto con un'errata alimentazione, il grasso superficiale si riduce e si ha un parallelo aumento dello spessore dello strato profondo. Questa modifica anatomica si rende ben visibile nell'addome, con il progressivo incremento della sua circonferenza e le conseguenti modifiche estetiche.
La maturazione sessuale influenza notevolmente la distribuzione del tessuto adiposo: durante e dopo la pubertà, le ragazze accumulano più sSAT nella zona gluteo femorale, i ragazzi, invece, ne depositano di più nella regione addominale.
Con il tempo, un continuo eccesso di trigliceridi all’interno degli adipociti superficiali causa ipertrofia, un aumento del loro volume, che a sua volta genera una carenza di ossigeno all'interno dell'adipocita, chiamata ipossia. In carenza di ossigeno cambia la sintesi delle proteine e gli adipociti cominciano a sintetizzare proteine infiammatorie, le citochine, che, uscendo fuori dalla cellula, vanno nella matrice extracellulare del tessuto adiposo superficiale. Qui, nella matrice extracellulare, le citochine agiscono sulle cellule staminali, il risultato e il blocco della formazione di nuovi adipociti. Il tessuto adiposo sottocutaneo non si rinnova e si riduce. Gli adipociti ipertrofici e ipossici degenerano, invecchiano e muoiono. Quando gli adipociti sottocutanei superficiali non riescono più ad accogliere l'arrivo dei grassi alimentari, inizia un processo disfunzionale che, se non fermato subito, porta alla deviazione degli acidi grassi alimentari verso gli adipociti del tessuto sottocutaneo profondo, più piccoli ma molto più numerosi.
La ridotta plasticità ed espandibilita del tessuto sSAT provoca una “fuoriuscita” di trigliceridi che vengono immagazzinati nel tessuto adiposo sottocutaneo profondo, che è collocato al di sotto della fascia di Scarpa che separa i due strati. Lo strato adiposo sottocutaneo profondo nell'area addominale è il principale fattore di rischio metabolico ed il più forte predittore di insulino-resistenza.
Il grasso viscerale (VAT: Viscerale Adipose Tissue) è la massa grassa custodita all’interno della cavità addominale che può essere suddivisa in 3 sedi:
  • grasso omentale, un grembiule di grasso che si estende sopra l’intera superficie dell’intestino;
  • grasso mesenterico, a diretto contatto con le anse intestinali. Contiene vene, arterie e vasi linfatici in stretto rapporto con l’assorbimento intestinale delle molecole alimentari;
  • grasso retroperitoneale, posizionato attorno ai reni.
Il tessuto adiposo viscerale è il grasso più pericoloso per la salute, poiché può creare una condizione di infiammazione cronica che può portare al diabete tipo 2, alla sindrome metabolica, alla statosi epatica e ad uno stato infiammatorio cronico.
Il grasso ectopico è l’accumulo di molecole lipidiche all’interno di organi corporei non deputati ad accumulare adipe al loro interno. I lipidi nel corpo umano passano nelle sedi anatomiche del tessuto adiposo sottocutaneo (superficiale, profondo) e del grasso viscerale (omento, mesentere, perirenale). Quando l’introito alimentare giornaliero è superiore alla capacità di accumulo di grasso, in queste sedi comincia la distribuzione del grasso all’intero organismo. La diffusione di grasso eccessiva negli organi e tessuti porta ad una condizione di lipotissicità.